lunedì 12 marzo 2012

Quando si stava peggio (o dell'ottimismo)

Io sono un ottimista.
Certo, a questo mondo ci sono un sacco di problemi.
Ma penso che le cose all'homo sapiens sapiens non siano mai andate così bene.
E penso che in futuro, ai mostriciattoli, andrà ancora meglio.

Nel video che segue c'è molto di quello che penso (è in inglese, ma ci sono anche i sottotitoli in italiano). E sotto il video una sinesi della mia visione del mondo.





1 commento:

  1. ciao radix,
    tutto quello che dice Mr Peter puo' avere senso e il punto di partenza è molto nobile (se sincero fino in fondo), ma quello che manca, per quello che posso aver visto con i miei occhi e per quello che ho sperimentato sulla mia pelle, è che quello che riesce a dare un boost all'ottimismo e alla voglia di essere piu' "umani" e ad essere di nuovo in grado di usare il buon senso nella quotidianita' e' costituito dallo stare nella natura e a contatto con la terra. Siamo in un momento storico durante il quale molti non possono piu' annusare fiori, dove per alcuni lo sguardo non puo' piu' perdersi all'orizzonte, mentre per altri il sentire il rumore di un ruscello e' un vago o inesistente ricordo...altri ancora non sanno piu' che sapore ha una carota o un pomodoro...siamo in un momento storico dove i down sono sostituiti in numero dagli autistici...
    Insomma quello che dico e' che la tecnologia e la ricerca non basta, se usiamo solo la mente e l'arguzia stiamo usando delle strategie che possono avere come down side il fatto di avere un'utilita' limitata, e che forse alienano piu' che unire, se invece oltre a questo uniamo quelle cose che nutrono l'anima allora forse le scelte tecnologiche o whatever verrebbero, forse, naturalmente pensate non come strategie, bensi' come ulteriore strumento che accompagnano i processi naturali che abbiamo avuto la necessita' di modificare per esigenze di numeri e tempistica.
    Vivere nelle citta' e' per me faticoso e per il modo in cui si vive nelle citta' si sono dovute inventare una serie di cose che ci hanno allontanato un po' dai piaceri della vita (almeno per me): il colore, il calore e il profumo del fuoco...l'aria fresca, l'acqua gelata cosi' dolce da bere dei ruscelli, l'arrampicarsi sugli alberi, le more selvatiche, le castagne nei boschi (senza diventare troppo esotici, le scampagnate, i panini al formaggio sull'erba fresca o che punge il sedere, gli animali, il lavoro fisico...
    Insomma quello che ho sperimentato e' che vivere a contatto con la natura mi ha permesso di ridimensionare una serie di cose che sembrano cosi' indispensabili, ma che possono diventare strategie per alimentare dei bisogni che sono molto lontani da quelli che percepisco come bisogni. La mia domanda e': ma tutta sta tecnoligia che ci serve a fare? Perche' tutti quegli studenti devono comunicare in internet etc etc etc...andiamo a farci una partita a calcetto o a ping pong!
    ciao!

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