venerdì 27 gennaio 2012

Il segreto dei sette nani


Man mano che i mostriciattoli crescono occorre imparare o reimparare una serie di poesie, filastrocche, canzoni e – sforzo sovraumano - elenchi.

Per esempio i nomi dei barbapapà (su cui sto raccogliendo un inquietante dossier). Ma soprattutto i nomi dei sette nani (di cui vediamo qui una recente fotografia):

Si tratta di un compito assolutamente improbo: posso recitare senza indugi i sette re di Roma, i sette colli, i magnifici sette, i sette peccati capitali, i sette samurai… Ma fate la prova con i sette nani!

Dotto, Gongolo, Eolo, Cucciolo, Brontolo, Pisolo
Pisolo, Gongolo, Dotto, Brontolo, Cucciolo, Mammolo…
Eolo, Dotto, Mammolo, Brontolo, Pisolo, Gongolo …
Pisolo, Gongolo, Eolo, Cucciolo,  Mammolo, Brontolo, …

Ne manca sempre uno!
Bisogna mettersi in due o tre sperando che non manchi a tutti lo stesso nome.
Sono come i tre moschettieri che in realtà erano quattro!

Tuttavia, una volta fatto l’elenco completo (in ordine alfabetico: Brontolo, Cucciolo, Dotto, Eolo, Gongolo, Mammolo e Pisolo) una cosa appare evidente:

tutti i nani hanno un nome che finisce in “lo” tranne uno: Dotto. 

Perché non si chiama Dottolo?
Nessuno si è mai chiesto i motivi di questa palese discriminazione? Una discriminazione che - guarda caso - proprio per il settenano intelligente?

Dotto, infatti, è il più saggio di tutti. È anche un po’ lo scassamaroni di casa settenani: cerca sempre di convincere tutti a lavarsi le mani, cedere i loro letti alla principessa, alzare la tavoletta del cesso, eccetera. In più è affetto da una lieve forma di dislessia (anche se nelle sue biografie si parla pudicamente di “spoonerismo” http://it.wikipedia.org/wiki/Spoonerismo) ed è l’unico settenano con un difetto della vista (dagli occhiali che porta direi che è sia miope sia astigmatico)

Allora, mettiamo le cose in fila: 
  1. ha un nome diverso
  2. presenta patologie ereditarie che i suoi presunti fratelli non hanno (se si esclude il nanismo, naturalmente)
  3. è molto più intelligente degli altri

Come direbbe Giacobbo: sono solo coincidenze? Noi di Voyager crediamo di no!

Per cui l’inquietante risposta può essere una sola: Dotto è stato adottato!

Come dice Sherlock Holmes, infatti, “Una volta escluse tutte le ipotesi impossibili, quelle che restano, per quanto improbabili, corrispondono alla verità” (come noto, l'Holmes si drogava pesante. MA di questo, forse, parleremo in futuro).

Il problema adesso è: lo devo dire ai mostriciattoli? Come la prenderanno?

martedì 24 gennaio 2012

Weekend con il Mostro


Ho visto le immagini dei turisti che si fanno fotografare con sullo sfondo il relitto della Costa Concordia. E ho avuto una illuminazione. Ma qui c’è una grande occasione di business!

Voglio quindi proporre alla Smartbox un nuovo cofanetto: Weekend con il Mostro (ho preparato anche il layout grafico).

Un’ampia scelta di viaggi e soggiorni nei luoghi delle principali efferatezze d’Italia. Qualche esempio:

  • Due notti a Cogne con visita al plastico della Villa di Porta a Porta
  • Picnic nei campi di Avetrana tra ulivi e pozzi in cui nascondere cadaveri
  • Soggiorno di una settimana in un appartamento a Erba con vicini psicolabili
  • Gita al Circeo nel bagagliaio di una Fiat 127
  • Notte in villa all’Olgiata con domestico filippino
  • Iscrizione all’Università di Perugia per un semestre
  • Ingresso a due incontri delle “Bestie di Satana

 Credo che il successo sia garantito. Mi aspetto royalties importanti…


mercoledì 18 gennaio 2012

Ninna nanna per non dormire

Veniamo oggi alla più classica delle ninne nanne (che immagino sia il plurale di ninna nanna).


Ninna nanna, ninna oh,
questo bimbo a chi lo do?
Se lo do alla Befana,
se lo tiene una settimana.
Se lo do all'uomo nero,
se lo tiene un anno intero.
Se lo do al Bambin Gesù,
se lo tiene e non ce lo da più.


Cioè, l'avete letta bene? 
La filastrocca non fa in tempo a iniziare, e la mamma minaccia di dare via il proprio figlioLo regala? O, come vedremo, più probabilmente lo vende? E a chi lo dà? 


a) alla Befana, per una settimana. Immagino perché la Befana recluta la manodopera minorile che Babbo Natale sfrutta per fare i regali (e che chiama ipocritamente "i miei piccoli elfi").


b) all'uomo nero, per un anno intero. Ora, a parte il sottofondo di razzismo che si intravede in questo verso, cosa ne fa l'uomo nero del bimbo per un anno intero? Le ipotesi si affastellano e sono tutte agghiaccianti: dall'espianto degli organi al reclutamento coatto nel piccolo coro dell'Antoniano.


c) al Bambin Gesù, che non ce lo da più. Questo verso spesso viene omesso. E anche a ragione, direi. Perché è evidente che si tratta di una chiara metafora di un prossimo infanticidio. Se un marziano atterrasse sulla terra e sentisse una mamma cantare queste cose a suo figlio, chiamerebbe immediatamente i servizi sociali.


In conclusione, credo occorra chiedersi: 
per quale assurdo motivo un bimbo, dopo aver sentito che verrà venduto e/o ucciso, dovrebbe addormentarsi tranquillo?

lunedì 16 gennaio 2012

giovedì 12 gennaio 2012

Maiale e Cosentino

Mi è venuto tra le mani un vecchio albo di Up! il sovversivo, di quel genio di Chiappori (http://www.alfredochiappori.it/satiraup.htm). Così ho buttato giù questa vignetta.



Mi sa però che i giovani di oggi, quando sentono parlare di Up, pensino al film della Pixar.

martedì 10 gennaio 2012

Tre civette


La filastrocca sulle abitudini sessuali delle civette

Veniamo alla "questione filastrocche".

Chiunque abbia dei mostriciattoli avrà comprato/gli avranno regalato qualche libro di questi componimenti più o meno poetici. Io ne ho un paio, di cui uno con versioni non edulcorate (dell’introduzione del politically correct nella letteratura per bambini penso scriverò più avanti).

Avete mai letto con attenzione le filastrocche? 
Vi rendete conto di quel che diciamo ai nostri figli?
Dov'è il Moige quando serve?

Iniziamo con il più grande dei classici: 

ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l'amore
con la figlia del dottore
il dottore si ammalò     
ambarabà ciccì coccò

facciamo un po' di analisi del componimento.
Trattasi di settenari e novenari con rima AABBAA.

ambarabà ciccì coccò

verso oscuro, forse ermetico.
Secondo il linguista italiano Vermondo Brugnatelli (si chiama così, non è una battuta) potrebbe risalire ad epoca latina, quando doveva suonare "hanc para ab hac quidquid quodquod", una "conta" il cui senso doveva essere circa "ripara questa (mano) da quest'altra (che fa la conta)..."

A mio parere la spiegazione è esagerata. Semplicemente dovevano trovare qualcosa che facesse rima con comò…

tre civette sul comò

Appunto, il comò. Ma vi siete mai chiesti: che ci fanno tre civette su un comò?

che facevano l'amore

Facevano l’amore!
Ok. Capisco la necessità di iniziare presto l’educazione sessuale.
Va bene utilizzare gli animali (farfalle, api, cicogne).
Ma tre civette che si pastrugnano, per di più su un comò, non mi pare una grande metafora.
E poi: facevano l’amore tra di loro? Ebbene, no:

con la figlia del dottore

Qui la questione si fa pruriginosa.
Mi chiedo: è sano far sapere ai bimbi che la figlia del dottore si accompagna sessualmente con ben tre civette? 
Cioè, io non sono un bacchettone, ma un orgia con tre pennuti su un comò… mi pare una immagine un po’ forte per un bambino di due anni… Tanto è vero che pure il padre della svergognata non la prende bene…

il dottore si ammalò     

Ecco. Appunto.
Tra l’atro questa è l’unica cosa che ha un minimo di senso. 
Trovi tua figlia impegnata in acrobazie sessuali con tre strigiformi, come minimo ti viene un mancamento.

ambarabà ciccì coccò

Ed ecco che il compositore ci lascia così, in media res.

Le domande si affastellano:
il dottore si è ripreso? O la scoperta delle perversioni della figlia gli è stata fatale?
La figlia ha poi regolarizzato il rapporto con i pennuti? Con tutti e tre o solo con uno?

Forse non lo sapremo mai... 
Speriamo che Voyager se ne occupi presto.

giovedì 5 gennaio 2012

Da grande farò il copy: caccia alla pompa low cost

Questo con i mostriciattoli non c'entra niente. Ma ho deciso di pubblicarlo lo stesso. 
Perché il genio va riconosciuto e premiato.


Rinverdisce una tradizione che comprende grandi classici come:

  • Tromba marina per un quarto d'ora (Corriere del Mezzogiorno, 1997)
  • In cinquecento contro un albero, tutti morti (La Provincia Pavese, 1998)
  • Pompini a raffica, Carrarese ko (Gazzetta dello sport, 1992; Pompini era un giocatore del Livorno che in quella partita segnò 4 gol)

mercoledì 4 gennaio 2012

Liberalizzate i portatori di doni!


Quest’anno, visto che mostriciattolo numero 1 inizia ad avere una certa età, abbiamo dovuto decidere chi gli portava i regali di Natale. Scelta pregnante: dovremo infatti mantenere la linea con mostriciattolo numero 2, quando sarà il momento.

Dopo breve riflessione, abbiamo optato per un tradizionale Babbo Natale. Ci ha convinto il suo anticonformismo:

  • è obeso, in un mondo che aborre i grassi
  • sfrutta manodopera minorile per fare i regali. Li chiama “Elfi”, seh...
  • tiene 9 renne volanti in cattività alla faccia degli animalisti. E gli da nomi da denuncia, tipo Prancer o Dasher
  • ha un doppio lavoro: gestisce una impresa di consegne a domicilio (che in effetti lavora un giorno l’anno) e fa la pubblicità della Coca Cola.
  • per evadere le tasse ha la residenza al Polo Nord che evidentemente è un paradiso fiscale tipo le Isole Cayman (è anche chiaro a tutti che si tratta di un domicilio di comodo, visto il clima)
  • passa dai camini in un mondo in cui ci sono praticamente solo caldaie o teleriscaldamento

La cosa mi ha fatto pensare a quando ero piccolo io. Allora c’era una specie di Justice league dei regali che mi portava i giochi a Natale (per chi non lo sapesse, Justice league è tipo i magnifici sette ma con Supermen e Batman al posto di Steve McQueen e Charles Bronson).

In sintesi la cosa avveniva così:

  • da mia nonna a Bergamo, veniva Santa Lucia il 13 dicembre
  • a casa mia passava Babbo Natale.
  • dei regali di mia nonna paterna, cattolica, si occupava Gesù Bambino (non ho mai capito se da solo o in joint venture con il Bue e l’Asinello).
  • infine, il 6 gennaio i regali di una zia li portava la Befana (senza contare che quando ero in Spagna ho scoperto che lì i colpevoli sono i Re Magi).
Tutto ciò comporta una serie di domande molto serie, che coivolgono il governo Monti, i poteri occulti, la Trilateral e perfino i Teletubbies (di cui prima o poi occorrerà pur parlare):

  • Babbo Natale, Santa Lucia, Gesù Bambino, la Befana si dividono il mercato?
  • O chi prima arriva porta il regalo?
  • Lavorano a cottimo?
  • Lasciano un segno sulle case già visitate come gli zingari delle leggende metropolitane?
  • Esiste - al contrario - un cartello della consegna dei doni che tiene alto il prezzo dei regali?
  • Serve una Autorità indipendente per regolare la concorrenza tra i portatori di regali di Natale?
In Transatlantico si parla con insistenza di imminenti provvedimenti del Governo Monti...

martedì 3 gennaio 2012

Work in progress

Allevando i miei mostriciattoli sto rivedendo criticamente un po' di cartoni, fiabe, tradizioni, canzoncine, libri, ecc.

Siccome mi capita di parlarne ad altri, ho deciso di scrivere e/o disegnare questi pensierini della sera.

Presto su questo blog:

- serve una autorità per regolare la concorrenza tra i portatori di regali di natale? Babbo Natale, Santa Lucia, Gesù Bambino, la Befana fanno cartello?

- È sano far sapere ai bimbi che la figlia del dottore si accompagna sessualmente con ben tre civette?

- Perché Pollicino, una volta rubato l'oro all'orco, si ostina a tornare da quei genitori che l'hanno abbandonato due volte - dico due volte - nel bosco? È masochista?

- Barbapapà è un immigrato clandestino?

e molto altro ancora...