Non solo: il nostro piccolo genio (per mancanza di
prove) trascina gli sventurati fratelli nella casa dell’Orco (che, per contratto, mangia i bambini). Insomma:
eravamo qui:
La moglie dell'Orco, credendo di poterli nascondere al marito fino alla mattina, li lasciò entrare e li fece scaldare davanti a un bel fuoco; perché c'era un montone intiero allo spiedo per la cena dell'Orco.Cominciarono a scaldarsi, quando udirono tre o quattro colpi bussati forte alla porta: era l'Orco che tornava. Subito la donna li fece nascondere sotto il letto, e corse ad aprire.
l'Orco scopre i bimbi s otto il letto (non ci voleva mica molto, peraltro) |
Sotto il letto!? Questo sarebbe il piano della
moglie dell’Orco per salvare i sette bambini? Ma stiamo scherzando? Tanto valeva faglieli trovare direttamente
nel piatto!
Infatti, l’Orco, dopo essersi sbafato il montone,
inizia a fiutare a destra e a manca come
un cane da tartufi e trova i sette sotto il letto… Naturalmente, da buon
Orco, prende sportivamente il tentativo di inganno della moglie:
Ah! esclamò, ecco come mi vuoi infinocchiare, strega maledetta! Non so chi mi tenga dal mangiar te per la prima. Fortuna per te che sei una bestia vecchia. Ecco della caccia che mi arriva a proposito per trattare tre Orchi amici miei, che verranno fra giorni a farmi visita.
Andò a prendere un coltellaccio, e avvicinandosi ai bimbi, lo andava affilando sopra una lunga pietra che teneva nella mano sinistra.
La donna, tuttavia, convince l’Orco, che è un po’
brillo, a ucciderli l’indomani. Si tratta, come vedremo tra poco, di una pessima decisione.
L'Orco avea sette figlie, tutte piccine. Queste piccole orche aveano tutte una bella carnagione, perchè mangiavano carne fresca come il padre; ma aveano degli occhietti grigi e tondi, il naso ad uncino e una boccaccia fornita di denti lunghi, puntuti e slargati. Molto cattive non erano ancora; ma davano di sè belle speranze, perché già mordevano i bimbi per succhiarne il sangue.
Che soddisfazione per il nostro simpatico Orco! Sette orchessine belle pasciute, già sulla buona strada. Mica come quei fessi dei sette figli dei
boscaioli che non fanno altro che farsi abbandonare nei boschi!
Comunque: le sette figlie sono già a letto. E nella stessa stanza ci infilano i sette fratelli (cosa
pensate! In un altro letto naturalmente: è sempre una fiaba. Si possono
abbandonare i figli, uccidere innocenti, sgozzare infanti. Ma ogni riferimento sessuale è verboten).
E qui riemerge la presunta sagacia di Pollicino,
che spinge la storia verso quegli abissi
di orrore tipici delle belle fiabe di una volta che piacciono tanto al
Petrini…
Pollicino aveva intanto notato che le figlie dell'Orco aveano in capo delle corone d'oro; e poichè temeva che l'Orco s'avesse a pentire di non averli scannati la sera stessa, si alzò verso la mezzanotte, prese il berretto proprio e quelli dei fratellini, e piano piano li andò a mettere in capo alle figlie dell'Orco, dopo aver loro tolto le corone d'oro. Queste qui poi se le misero lui e i fratelli, affinchè l'Orco scambiasse loro per le figlie, e le figlie pei ragazzi che volea scannare.
Ecco. Il genitore accorto qui ha già capito che finisce male. Ma il pargolo ti guarda con
occhi sognanti, dicendo “e poi? Cosa succede?”
La cosa andò per l'appunto come l'avea pensata; perchè l'Orco, svegliatosi sulla mezzanotte, si rammaricò di aver rimandato al domani quel che potea fare il giorno prima. Salì a tentoni nella camera delle figlie, e si accostò al letto dov'erano i ragazzi, i quali tutti dormivano, meno Pollicino che ebbe una paura terribile quando si sentì toccare la testa dalla mano dell'Orco, che gíà avea toccato la testa dei fratelli. L'Orco che sentì le corone d'oro: "Stavo per farla grossa, brontolò; si vede che ho bevuto troppo iersera. Si accostò poi al letto delle figlie, e quando ebbe palpato i berretti: "Ah! eccoli, disse, i bricconcelli! Lavoriamo da bravi!" Così dicendo, e senza esitare un momento, tagliò la gola alle sue sette figlie, e tutto contento della bravura, se ne tornò da basso accanto alla moglie.
Oh! Che bello!. Un padre (seppur Orco) che sgozza le sue sette figlie.
Quale altra immagine lasciare ai
nostri bambini? Cosa c’è di meglio di un
bello sgozzamento di minori per mandare a letto sereni i mostriciattoli?
E poi succede qualcosa che mi ha
sempre lasciato perplesso:
Non appena udì russare l'Orco, Pollicino destò i fratelli e disse loro che si vestissero presto e lo seguissero. Discesero in punta di piedi in giardino e saltarono di sopra al muro. Corsero quasi tutta la notte, tremando sempre e senza sapere dove andassero.
Scappano
così. Senza incontrare alcun ostacolo. Niente porte sbarrate, cani di
guardia, sistemi antifurto Beghelli. Ma santa pazienza, allora non potevi
scappare prima, evitando lo sgozzamento? Cioè, Pollicino: serviva mettere in
pista questo piano astruso modello
A-Team del cambio berretti-coroncine? Piano che peraltro ti è riuscito solo
per una fortunata coincidenza?
Faccio a questo punto una pausa nel flusso narrativo per fare una considerazione: alla
fin fine i genitori Orchi fino a
questo momento si sono dimostrati molto meglio dei genitori umani di Pollicino
& brothers.
Voi direte: ma se l’Orco voleva sgozzare i sette
piccoli umani! Certo: ma intanto non erano figli suoi.
Le sue figlie mangiano
carne fresca, hanno una bella
carnagione e posseggono ognuna una
coroncina d’oro.
I genitori di Pollicino, per incapacità
imprenditoriale, fanno fare la fame ai
figli e non contenti li abbandonano
ripetutamente nel bosco.
Ora, non so cosa ne pensate voi: ma tra i due esempi mi pare che gli umani non ci facciano una grade figura
…
Tornando a bomba alla nostra storia, la mattina
dopo si scopre la tragedia:
Svegliatosi l'Orco, disse alla moglie: "Va di sopra e apparecchiami quei furfantelli di iersera." L'Orca si maravigliò di tanta bontà nel marito, e subito montò di sopra, dove ebbe un colpo quando vide le sette figlie scannate che nuotavano in un mare di sangue.
E con questa poetica immagine delle orchette sgozzate che nuotano in un bagno di sangue, che credo sia quanto di più indicato per un bambino di
tre anni, finisco questa puntata.
Ci manca solo il gran finale. O, meglio, i gran finali. Visto che il Perrault ne ha
scritti ben due. Ma di questo parleremo la prossima volta.
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